Nelle settimane scorse abbiamo assistito alle rituali cerimonie d?inaugurazione dell?anno giudiziario. I Procuratori della Repubblica ci hanno elencato dati e circostanze da cui emerge che la situazione della giustizia non è migliorata. Anzi, secondo alcuni, è peggiorata.
Lievita il numero dei processi arretrati. Il Procuratore generale della Cassazione ci dice che siamo a circa 8.942.932 processi arretrati di cui circa 3.365.000 civili e circa 5.580.000 penali.
Lievitano anche le spese legali che le parti devono sopportare perché, nelle more del processo, gli avvocati in Italia continuano ad emettere parcelle 2-3 volte l?anno, mentre, in altri Paesi, la parte principale degli onorari è liquidata solo a conclusione del processo.
Ma di questo in Italia nessuno parla.
Il Parlamento ha approvato la delega per la riforma dell?ordinamento giudiziario, nonostante le proteste e gli scioperi dei giudici. Dopo le osservazioni del Presidente Ciampi, la riforma deve essere riesaminata di nuovo dal legislatore. Si spera che non si tratti di un ossequio formale.
Su un punto vogliamo svolgere un breve commento.
Per il governo, le questioni della giustizia sembrano ridotte ad un problema di reclutamento e di separazione delle carriere dei pubblici ministeri e dei magistrati giudicanti.
Nessuno vuole sottovalutare il ruolo del fattore umano nel funzionamento delle organizzazioni, ma è una visione fortemente riduttiva dei problemi organizzativi. Certo bisogna fare i conti anche con l?organico dei giudici e non che, nel caso, è inadeguato sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
La selezione e la formazione permanente sono molto importanti per tutti: per i giudici, per i burocrati, per i politici e, perché no, anche per quelli che devono fare la selezione e la formazione. Solo se questi ultimi sono aggiornati, saranno in grado di selezionare e promuovere i candidati migliori.
Al di là della selezione e della formazione dei singoli giudici, conta l?efficienza dell?organizzazione in cui essi lavorano o vengono inseriti. Se la struttura organizzativa è antiquata ed inefficiente, anche il giudice meglio qualificato non rende al massimo. Non sarà efficiente se non ha assistenti che istruiscono le pratiche, se non ha valide strutture di supporto.
Alle persone danneggiate interessa una macchina della giustizia efficiente ed efficace in tempi ragionevoli. Se il Parlamento nega i fondi per ammodernare la macchina della giustizia, esso fa il gioco dei criminali e di quanti puntano sui tempi delle prescrizioni per restare impuniti.
Le recenti norme approvate dal Parlamento che hanno accorciato i tempi della prescrizione per alcuni reati sono un caso di scuola e la dicono lunga sulla volontà dell?attuale governo e maggioranza di perseguire traguardi più avanzati di giustizia in questo Paese.
Non è un caso che molti rinunciano a chiedere giustizia per risparmiare le spese legali e per non subire anni di inutile quanto dannosa afflizione.