La Grecia, obtorto collo, ha già approvato il terzo accordo con la Troika. Il Parlamento tedesco, liberamente, voterà domani. Bontà sua, l’arcigno ministro delle finanze Schaeuble ha invitato la maggioranza delle larghe intese a votare compatta l’accordo. Di norma, il governo tedesco deve essere preventivamente autorizzato dal parlamento tedesco a stipulare accordi intergovernativi che poi devono essere ratificati dallo stesso parlamento. In Italia non si vota in Parlamento perché non vale la pena discutere tra un parlamento e un governo entrambi nominati su un piano che “non ci riguarda”. L’esito sarebbe più o meno scontato e poi noi siamo “fortunati” perché a presiedere il governo abbiamo una sorta di dittatore etico che sicuramente sa qual è il bene del popolo. Perché disturbare elettori ed eletti che dopo un anno di fatiche si sono meritate le giuste vacanze? Del resto molti elettori votano senza conoscere i programmi e i candidati proposti dalle oligarchie centraliste. Anche non pochi Deputati votano solo dopo avere ricevuto precise istruzioni via tweet dai loro capi gruppo. Sono tempi moderni e bisogna adattarsi agli sviluppi della tecnologia. Proprio per questi motivi nell’insulsa riforma costituzionale è previsto: a) che i senatori siano nominati; b) che votino il meno possibile e, magari, per corrispondenza; c) che si limitino ad esprimere pareri; d) che, come nel caso dei sindaci, di norma, non abbiano alcuna esperienza legislativa e di controllo. In questo modo, si riduce il rischio di pasticciare ulteriormente il processo legislativo. Per fare questo, bastano i deputati scelti (nominati) con l’Italicum.
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