Si sta rilevando un triplo errore strategico da parte dei Democratici di sinistra e dei Democratici liberali della Margherita : a) l’accelerazione della costituzione del Partito democratico; b) la nomina, attraverso primarie finte, di un segretario politico a fronte di un leader dell’Unione che guidava il governo; c) la mancata difesa del governo Prodi, in crisi di popolarità, da parte dello stesso PD e da parte di alcuni dei principali media che pure lo avevano sostenuto all’inizio. Dopo le drastiche misure di risanamento dei conti pubblici in particolare con la legge finanziaria 2007 era spiegabile la crisi di consenso per il Presidente Prodi. A mio giudizio, bisognava sostenerlo  e lasciare agli italiani il tempo per capire ed apprezzare i risultati delle sue politiche. Ma secondo alcuni collaboratori e osservatori Veltroni non doveva farsi logorare in una estenuante attesa per il cambio della guida di governo e doveva segnare comunque una discontinuità rispetto a Prodi. A gennaio scorso, i senatori Dini e Mastella e i loro adepti hanno rotto ogni indugio e hanno offerto un bel alibi a Veltroni. Al Senato hanno messo in minoranza Prodi e questi si è dimesso dopo un  richiesto ed esplicito voto di sfiducia. Fallisce, secondo aspettativa, il tentativo poco credibile dell’ineffabile Presidente del Senato Marini per un governo che riformasse almeno la legge elettorale. Arriva la scelta di Veltroni, di “correre” da solo.   A mio giudizio si tratta di scelta certo innovativa ma comunque sbagliata perché non fondata su alcuna seria analisi delle probabilità di vincere le elezioni. In politica è anche il successo la prova della bontà di una scelta  e quella di Veltroni  sembra essere stata motivata solo dal desiderio di accaparrarsi del premio di maggioranza – un istituto di dubbia legittimità costituzionale e democratica. La mossa di Veltroni  è prontamente imitata da Berlusconi.

A 12 giorni dalle elezioni, i sondaggi – per quello che valgono – danno il PdL al 44%, il PD al 37-38% e la Sinistra arcobaleno al 6-7%. Un accordo o meglio la mancata rottura con questo gruppo avrebbe messo  o lasciato i due schieramenti  in una posizione di parità o, addirittura, avrebbe dato un vantaggio al Centro-sinistra. È un fatto che nel 1996 e nel 2006 Prodi ha vinto perché è riuscito a portarsi dietro la sinistra dei comunisti sopravvissuti. Certo questa c.d. sinistra radicale non è quanto di più moderno il Paese possa vantare ma è altrettanto certo che, questa volta, stava conducendo un tentativo serio di integrarsi nel sistema e diventare forza di governo come lo è e continuerà ad essere a livello sub-centrale. Per la seconda volta, Prodi è stato messo in minoranza e costretto a dimettersi perché  forze non secondarie dello stesso Centro-sinistra non accettavano di governare con Rifondazione comunista e suoi alleati al di là degli ostacoli da questa frapposti. Nel 2001 Rutelli ha cercato di sfondare al centro ma non c’è riuscito perché il centro è ben presidiato da forze moderate che fanno capo a Berlusconi e Casini che non si stanca di ripeterci che lui si considera un uomo di destra. Temo che anche Veltroni non sfonderà al centro perché non ci sono solo Berlusconi e Casini. C’è ora la Rosa Bianca e ci sono pure i socialisti oggettivamente spinti al centro e che hanno un notevole radicamento sociale. Al centro la concorrenza è molto forte e il PD non ha alcuna seria probabilità di recuperare da solo i 6-7 punti che lo separano dal PdL.

Se questa analisi volutamente semplificata e rozza non è campata in aria, Berlusconi sarà di nuovo premier. Farà del suo meglio per durare i cinque anni previsti oppure – come lui stesso ha ipotizzato – potrebbe dimettersi verso la fine del mandato che, vedi caso, tende a coincidere con la fine del mandato del Presidente della Repubblica. A quel punto, se il governo riuscisse  a non demeritare totalmente e  a mantenere o, addirittura, rafforzare la sua maggioranza, in un paese in cui governa la gerontocrazia, Berlusconi avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi alla Presidenza della Repubblica.

Berlusconi all’orizzonte 2020. Fantapolitica? Ipotesi del tutto insensata o ha ragione chi sostiene che Veltroni e il PD – consapevoli o meno – stanno per consegnare il governo del Paese a Berlusconi per altri 12 anni? Se così fosse –  e lo sapremo tra due settimane – la scelta innovativa di Veltroni e del suo PD è una di quelle scelte di cui avrei fatto a meno.

Si dice che l’economia non fa salti e ci vorrà del tempo prima che si riesca a invertire la storica tendenza al declino non solo economico ma anche civile, morale e culturale. Nell’Italia di questi ultimi 15 anni neanche la politica è riuscita fare salti di qualità se osservo la penosa e deprimente esperienza della c.d. Seconda Repubblica e lo stato in cui è ridotto il Paese.