Se prendiamo i dati di lungo termine (gli ultimi 45 anni), suddivisi per decenni e l?ultimo lustro, vediamo che negli anni ?60 la crescita media per anno del PIL è stata del 5,7; negli anni ?70 del 3,6; negli anni ?80 del 2,2; negli anni ?90 dell?1,46.
Il declino è innegabile.
Per gli anni ?90 il basso tasso di crescita poteva avere qualche attenuante per via delle dure misure di risanamento dei conti pubblici adottate per rispettare i parametri di Maastricht ed entrare nell?area dell?Euro.
Alle elezioni del 2001, l?opposizione di allora aveva fatto intravedere una politica economica più aggressiva mirata a sostenere la crescita.
Guardando ai dati più recenti, vediamo che la crescita media degli ultimi cinque anni (2000-2004), raggiunge un misero 1,36% l?anno.
Se lasciamo fuori il 2000 e prendiamo gli ultimi quattro anni (quelli del governo Berlusconi), la crescita media si abbassa ulteriormente allo 0,925. Ahimè siamo ai millesimi sotto l?1%.
Chiamato in causa, il governo adduce l?alibi dell?11 settembre 2001. E? strano però che, nonostante l?attentato alle due torri, gli Stati Uniti hanno registrato un tasso medio di crescita superiore al 4% annuo. L?economia internazionale è pure cresciuta in modo molto sostenuto.
Neanche la bassa crescita dell?Unione europea nel suo insieme sembra una spiegazione convincente perché, in ogni caso, l?Italia cresce ad un tasso pari alla metà circa di quello europeo. Quindi c?è dell?altro.
Di là dai fattori esterni, la strategia del governo Berlusconi è stata ed è quella di ridurre le imposte dirette. Semplificando credo che tale strategia sia quantomeno insufficiente.
Le categorie del politico schmittiano: la logica amico-nemico
Quando prevale la logica amico-nemico, facilmente si passa a quella del bene e male, del Cristo e dell’antiCristo. O con me o contro di me. Nonostante che il comunismo sia fallito a livello mondiale, per Berlusconi i comunisti italiani sono vivi e vegeti. Soprattutto sono estremamente pericolosi. Attentano alle istituzioni dello Stato. Mettono in pericolo la democrazia e la libertà. Sono l’incarnazione del male e quindi vanno combattuti con ogni mezzo. Sul piano internazionale, per lui, le cose vanno diversamente. Putin che in Russia è poco meno di uno zar è suo amico e allora è diverso. In Russia non c’è la democrazia più avanzata ma non importa. Anzi Berlusconi vorrebbe la Russia dentro l’Unione europea. Se lo schema del ragionamento è quello dell’amico-nemico, del bene e del male, non importa se siete veramente comunisti oppure no. Se non state con la maggioranza di governo, se non state nella Casa delle libertà, voi da soli vi collocate dal lato del male e quindi dovete essere distrutti ed annientati. In questo approccio Berlusconi scimmiotta Reagan che parlava dell’”impero del male” ed un suo epigono Bush che parla di “asse del male”. In uno spot pubblicitario trasmesso durante la campagna elettorale (USA 2004), il pericolo veniva rappresentato da lupi famelici che si aggiravano nel bosco, nel buio della notte. Poi interveniva la voce del narratore che invitava a confermare il Presidente che avrebbe difeso le sue “pecorelle”. Reagan poteva avere una qualche giustificazione perché operava negli anni ’80, negli anni della guerra fredda. Bush opera dopo la caduta del Muro di Berlino ed il crollo dell’Unione Sovietica e, quindi, non si capisce quale giustificazione possa avere trovato se non quella di spaventare gli elettori e di allinearli dietro di lui: il Comandante in capo. Qualcuno può pensare che io abbia dimenticato l’11 settembre 2001 ma non è così. L’attentato alle torri gemelle è un fatto gravissimo e tragico che condanno senza infingimenti ma di qui a giustificare l’attacco all’Iraq ce ne passa. Ed il fatto che ora si sia potuto votare in quel Paese non cambia molto. Bush continua a compilare liste di Stati “canaglia”, ma si dà il fatto che quelli che stanno con l’America non sono più tali, vengono aiutati in vario modo o vengono tollerati, mentre quelli che sono contro l’America o semplicemente non stanno con essa sono i rappresentanti del male. Bush ha vinto le elezioni e si è detto che gli americani profondamente religiosi hanno votato per lui ed hanno fatto la differenza. Naturale se la lotta politica viene ridotta allo scontro tra il bene ed il male, è chiaro che chi sta con il bene sta automaticamente anche con la Chiesa o con le Chiese che nel passato, non di rado, adottavano anch’esse la regola: o con me o contro di me. E se in Italia la Chiesa cattolica ha una posizione troppo restrittiva sulla fecondazione assistita o sull’utilizzo delle cellule staminali per la ricerca, anche se siete laici e liberali della Casa delle libertà, voi volete stare dal lato del bene o no ?