Il ministro dell’economia e delle finanze si diverte a parlare male del mercato, condanna i suoi fautori definiti “mercatisti”, in particolare, quelli di sinistra che ne avrebbero fatto un mito.  Lui, invece, è uno che crede nell’intervento dello Stato. Non a caso è stato sempre classificato come  un colbertista. È quindi coerente? No nei fatti. Si in apparenza.  Non è forse da tempo  al servizio della plutocrazia e della grande industria? Lo fa  per aiutare i lavoratori  o perchè  vuole  il capitalismo democratico?  Non è quello dell’Alitalia un caso di scuola  per socializzare le perdite e privatizzare gli utili delle imprese pubbliche?

Non fa la lotta all’evasione fiscale che altera la concorrenza tra le imprese e, da ultimo, alla Festa del Partito democratico, ne dà la giustificazione. Senza la partecipazione dei Comuni all’accertamento non c’è niente da fare. Ma se sono anni che il legislatore adotta misure per incentivare tale partecipazione e non funzionano!

Combatte i privilegi delle cooperative, ma chiude le autorità anti-corruzione e anti-contraffazione pure istituite dal precedente Governo Berlusconi – vedi l’art. 6 del DL n. 112/2008. L’economia sommersa a Sud è, in grossa parte, sotto il controllo della criminalità economica ma il governo di cui egli fa parte continua nella sua opera di delegittimazione della magistratura che lotta contro le mafie.

Polemizza con Draghi sulle misure anticrisi finanziaria proposte dal Forum dei governatori delle banche centrali, promette aiuti alle famiglie che hanno difficoltà a pagare il mutuo ma tutto si riduce all’invito alle banche ad allungare nel tempo la scadenza dei mutui.

Abbatte l’ICI anche sulle prime case dei ricchi ma prepara la sua sostituzione  con una nuova imposta che peserà di più sui bilanci familiari specie di quelli più magri.

Aumenta il prezzo del petrolio e con esso la speculazione dei produttori, dei raffinatori e dei distributori. Come reagisce il nostro? Inventandosi la Robin Hood Tax di puro stampo populista e demagogico. Dice che farà piangere i petrolieri. Ma è solo un altro inganno. L’imposta sugli eventuali profitti di congiuntura, supposto che sia mai accertata, sarebbe trasferita prima o poi sui consumatori. Glie lo dicono il Governatore della Banca d’Italia, il Presidente della Corte dei Conti, economisti e tanti altri. Ma lui tira diritto imperterrito. Ha usato la forza dei numeri della maggioranza per fare approvare la manovra a colpi di voti di fiducia. Chissà  se sarà mai accertata la Robin Hood Tax  nel frattempo  divenuta solo Robin Tax (un pettirosso passeggero)? E ora che il prezzo del petrolio si è in parte abbassato? Probabilmente farà la stessa fine della porno tax del precedente governo Berlusconi? Fu presentata come il primo mattone della finanza etica. Ma chi se ne ricorda? Vedi la legge finanziaria 2006 e il mio post del 21 dicembre 2005.

Non ultimo, non è Tremonti che nel 1994 aveva detto e scritto che bisognava abbassare le imposte dirette per aumentare quelle indirette perché, con queste ultime, si lasciava ai consumatori la libertà di non consumare e, quindi, di non pagare le tasse? E non era ispirata all’idea di fare pagare meno i ricchi la riforma tributaria  incompiuta di Tremonti 2003?