Tremonti è in uno stato confusionale oppure segue una precisa strategia in vista di probabili elezioni anticipate? A me sembra più realistica la seconda ipotesi. Da un lato la sua manovra picchia duro sugli statali – delegittimati da ben due anni dal suo collega di governo Brunetta. E i dipendenti pubblici non sono certamente la causa prima della crisi strutturale della finanza pubblica italiana ma hanno la colpa di votare in larga parte per i partiti del centrosinistra. Dall’altra continua ad accarezzare per il verso giusto il pelo del c.d. popolo delle partite IVA promettendo riforme fiscali che  non possono certo procedere a riduzioni generalizzate delle aliquote ma possono redistribuire il carico d’imposta a favore delle imprese, dei lavoratori autonomi e delle rendite, a danno della massa dei consumatori. Una perequazione alla rovescia? Si. Ricordiamoci che Tremonti  si è paragonato a Robin Hood che tassava le banche per finanziare gli impieghi sociale del reddito.

Il problema occupazionale si aggrava? Bene ecco la risposta di Tremonti: chi perde il lavoro e chi non lo trova, può sempre aprire  un’impresa anche con una bancarella  all’angolo della strada – come nel selvaggio West. Gli adempimenti burocratici, le autorizzazioni per la sicurezza, per l’igiene, per l’occupazione di suolo pubblico, per le insegne pubblicitarie,  ecc. saranno ridotti o addirittura azzerati per 2-3 anni. Ma queste sono questioni amministrative e materia di propaganda governativa in vista delle probabili elezioni anticipate. Concordo quindi che non occorre modificare l’art. 41 della Costituzione  che è ben scritto e va conservato. Ma a certa culturale  pseudo liberale non sta bene che la libera iniziativa privata “ non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà (degli altri), alla dignità umana (dei lavoratori)”. Un ennesimo annuncio, una ennesima promessa di riforma non costa niente. Anzi serve a far parlare di se stesso.

Se invece volessi argomentare lo stato confusionale  del nostro Ministro dell’economia e delle finanze mi  basterebbe ricordare  quello che ufficialmente va sostenendo a livello internazionale. Si batte per l’adozione di rigorosi “global legal standards”, ossia, regole severe per banche e altre istituzioni finanziarie che hanno provocato la crisi del 2008-09. Se ne vanta continuamente anche per averli introdotti nell’agenda del G8 dell’Aquila.  Ma siamo sempre ai doppi standard: quello che si propone per le imprese bancarie e finanziarie che operano liberamente in giro per il mondo, creando rischi sistemici, non deve valere  necessariamente a casa nostra. Qui ognuno fa quello che vuole specialmente in una situazione di emergenza sociale e con l’occhio alle elezioni anticipate. Tremonti stesso quando gli fa comodo rivendica di essere colbertista, critica il mercatismo di sinistra ma dopo che l’ex presidente del senato ha scritto che anche il centrodestra è lapirista (segue le ricette del famoso  sindaco di Firenze) e si è dimenticato delle riforme liberali, ecco la risposta vetero liberale: modifichiano l’art. 41 cost.. ma è solo propaganda.