Secondo me, Berlusconi è un Pacaf, acronimo che sta per plutocrate, anarco-capitalista, affarista, farneticante. E’ plutocrate perché ha molti soldi e riesce a usarli  con successo perché in Italia, come in altri Paesi, c’è un ritorno al potere del denaro e della finanza (lecita ed illecita). Non si spiega così anche la grande crisi finanziaria ed economica 2007-11?

E’ anarco-capitalista perché lui non ha codici etici in generale né tanto meno si preoccupa di quelli che potrebbero riguardare l’economia e la finanza. Non l’ho mai sentito citare Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo.

E’ un affarista, venditore di tappeti (più correttamente, di spazi pubblicitari)  e la sua fortuna più recente, è costruita sulla TV commerciale potente mezzo di persuasione occulta e di costruzione di modelli di consumatori alienati.

Farneticante perché usa non solo la pubblicità ingannevole ma non si fa scrupolo alcuno di utilizzare la menzogna a fini di propaganda e disinformazione politica. Qualche anno fa, ebbe a dire che gli italiani sono come gli studenti delle scuole medie inferiori a cui puoi raccontare quello che vuoi e loro ti credono.

Dopo la caduta del Muro di Berlino e l’implosione dell’Unione sovietica, lui riesce a presentare come attuale il pericolo comunista e molti gli credono. Come dice J. Swift, nella sua analisi dell’Arte della menzogna, “il più grande dei bugiardi ha un popolo di creduloni”.

In questo, a torto o a ragione – secondo me a torto -, Berlusconi è stato un imprenditore politico di tipo schumpeteriano, ossia, innovatore ma che manda all’aria l’assetto e le regole preesistenti. Ma forse hanno ragione gli americani che informalmente lo hanno definito un clown.