Gli scritti di guerra (1940-45) di Jacques Maritain, ora ripubblicati a cura di Roberto Papini per l’editrice Studium, 2012, costituiscono una testimonianza viva e pregnante dello sviluppo del pensiero politico derivato dal cristianesimo di fronte agli errori e ai cambiamenti determinati dal secondo conflitto mondiale. Come osserva il curatore della pubblicazione, lo studioso francese comprese a pieno le conseguenze di un conflitto che devastava i rapporti politici e sociali, e ne trasse un ripensamento critico rispetto a sue precedenti analisi. Proprio questo intreccio di eventi e di riflessioni è all’origine del nuovo modo di considerare la democrazia dal punto di vista di un pensatore cristiano cattolico. Di fronte a rivoluzioni totali non era più possibile restare ancorati a concezioni tradizionaliste troppo conservatrici specie per un intellettuale impegnato.
Ebbene, di fronte ad una Chiesa tradizionalista, l’intellettuale non poteva restare fermo. Ecco allora prospettarsi l’idea di una Europa federale, nel cui ambito la stessa Germania avrebbe potuto ritrovare la sua ragion d’essere al di là degli schemi predisposti da un potere dispotico. Così Maritain cominciò a profilare la possibilità che si potesse aprire all’Europa del dopoguerra, con tutte le implicazioni conseguenti, da quelle spirituali a quelle del concreto svolgersi di semplici fatti umani. Il rapporto tra religione e vita civile subisce una maturazione di fronte al dileguarsi di ogni rispetto per la “verità”. Si profilava quindi la necessità di “compiti”, ricostruttivi del tutto inediti, e, in questo senso, Maritain, più di altri pensatori cristiani e non, sviluppò un pensiero sottile e persuasivo, sì da penetrare nella coscienza dei cattolici orientati quindi verso una revisione profonda, di cui egli offre piena testimonianza, come appunto nei testi riportati e commentati nel libro. Ci permettiamo in proposito di citare le nostre osservazioni sul contenuto e l’importanza delle mutazioni intervenute nel cristianesimo vissuto grazie proprio a Maritain, e da noi ampiamente analizzati nello studio L’arco della pace (Ediesse, 2011).
Le precise indicazioni contenute adesso in questo studio di Papini spiegano bene il senso e la direzione della visione innovativa e creativa di Maritain. Lo stesso pensiero del cattolico in politica ne è uscito fortemente influenzato, raggiungendo i punti più alti del pensiero politico e sociale. Contro il totalitarismo si andava creando, in quel momento critico, un fronte di ripensamento al quale proprio Maritain ha saputo dare un preciso fondamento ideologico. Non solo la guerra in sé quanto la crisi generale coinvolgente l’umanità nel suo insieme offrì le basi per una profonda ricerca di scelte più chiare e impegnative contro le varie espressioni negative che permanevano in tante persino animate dalla coscienza cristiana. Attorno a questi temi delicati e profondi il libro qui recensito presenta una serie di considerazioni di alto livello politico e filosofico, che consigliamo ai lettori di tener presente per una più corretta analisi di questi problemi.