Aboliamo le leggi inutili. Semplifichiamo tutto. Dopo avere corretto la rotta sull’euro e l’Europa anche lui scade nella demagogia a tutti i costi. Amici diffidate di quelli che predicano la semplificazione legislativa, amministrativa di ogni tipo. Ingannano gli elettori perché la realtà di oggi, quella di società industriali avanzate di sistemi economici interdipendenti dove due terzi del PIL è prodotto da settore dei servizi sia di quelli avanzati che di quelli tradizionali non può essere regolata semplicemente con qualche delibera dirigenziale. Ieri sul punto si è esibito il candidato Premier del M5S Di Maio concentrandosi sui poteri degli uffici finanziari. Ha detto che bisogna abrogare il redditometro, lo spesometro, gli studi di settore e gli uffici della riscossione. Ha dimenticato l’accertamento sintetico, le indagini finanziarie e in generale gli incroci dei dati. Il poveretto non sa che i primi tre strumenti sono denominazioni evolutive dello stesso strumento e che si tratta di ausili all’accertamento. Un ispettore tributario per quanto bravo e preparato non può essere a perfetta conoscenza di come evade una banca, una società finanziaria, un barbiere, una società che produce software, servizi informatici, ecc.
Per questi motivi ha bisogno anche degli studi di settore. A questo riguardo devo precisare che l’annuncio dell’abrogazione degli studi di settore è stata annunciata dal governo Renzi, quindi, fatta propria dal governo Gentiloni e ora prorogati di un anno in attesa di essere sostituiti con non meglio specificati indici di osservanza (compliance) fiscale. Di Maio quindi sfonda una porta aperta da altri. La decisione a mio parere è stata irresponsabile e il fatto che il candidato Di Maio la confermi è prova evidente della sua incompetenza. Abrogare gli altri poteri di accertamento degli uffici e i reparti della riscossione sarebbe ancora un atto irresponsabile ed eversivo. Infatti non si capisce con quali strumenti alternativi gli uffici potrebbero accertare le imposte in un paese ad alta evasione fiscale acclarata dalle organizzazioni internazionali che si occupano della materia. Ma le imposte non solo vanno accertate, vanno anche riscosse. Devo assumere che Di Maio vuole tornare all’antica sistema degli esattori privati? Posso capire le critiche in parte meritate a Equitalia ma il ministero delle finanze deve avere un suo servizio di riscossione delle imposte. La battaglia deve essere per averne uno più efficiente e quindi meno oneroso per i contribuenti.
Vengo velocemente alla questione del falò delle leggi. Di Maio forse non sa che un suo predecessore l’On. Calderoli otto anni fa propose e fece alcuni gesti concreti in questa direzione. A suo dire avrebbe bruciato 375 mila “leggi” probabilmente singole norme di leggi e regolamenti. Ma da allora, secondo me, siamo sempre nella stessa situazione. Leggi a go go, leggi casistiche con norme in contrasto tra di loro che richiedono lunghe circolari esplicative. Al riguardo Di Maio ha detto una cosa condividile: “In Italia il legislatore pensa che i problemi si risolvono sempre con nuove leggi “. Parole sacrosante ma non ha spiegato perché siamo arrivati in tale vicolo cieco e come possiamo uscirne. Eppure lui è stato vice-presidente della Camera ed una spiegazione dovrebbe averla. Mi sono occupato ripetutamente della questione e perciò semplifico. Abbiamo creato un sistema istituzionale in cui i poteri dello Stato provano continuamente a delegittimarsi l’un l’altro. Il governo a capo della burocrazia delegittima continuamente la burocrazia e la magistratura. Queste per continuare a lavorare chiedono leggi casistiche e non per principi generali. Il governo negli ultimi decenni ha espropriato le Camere rappresentative del potere legislativo. Nonostante il minor lavoro legislativo le Camere non esercitano bene il potere di controllo sulla corretta esecuzione delle leggi sul governo, sulla PA e meno che mai sulla magistratura. Leggi chilometriche vengono approvate con la tecnica del maxi emendamento su cui il governo pone il voto di fiducia. La produzione legislativa non solo è eccessiva ma anche di bassa qualità. Ci sono relazioni dei comitati parlamentari per la qualità delle leggi che evidentemente nessuno legge. Se Di Maio non vuole diventare un altro caccia balle farebbe bene a studiare meglio quali sono i veri problemi della legislazione Italiana che poi sono quelli della democrazia sostanziale.