Altra chicca della sciocca stagione: infuria ad oltranza la lotta all’evasione.

Sul Sole 24 Ore del 14.08.09 il  direttore dell’Agenzia delle entrate Befera, quasi a scusarsi dichiara: “non perseguiamo solo i miliardari che usano il confine per non pagare le tasse”. Teniamo sotto controllo 170 mila soggetti sospettati di non avere compilato fedelmente o di avere omesso la compilazione il modello RW relativo alle loro attività all’estero. Sotto osservazioni anche 30 mila soggetti con residenza in paradisi fiscali. L’attivismo di Befera è veramente impressionante ma parla al futuro: di task force da organizzare con la Guardia di Finanza e di controlli da fare.

Dopotutto siamo ad agosto. Anche i dipendenti dell’AdE hanno diritto alle loro ferie e non si può pretendere che siano sulle panchine dei porti turistici a prendere nota degli arrivi e delle partenze di ricchi italiani su yacht battenti bandiere straniere. Peccato che di tutto questo attivismo – ormai tradizionale nei mesi estivi – non si leggano poi i risultati nei consuntivi annuali dell’AdE e che, appena sei anni dopo i precedenti scudi fiscali, il governo sia “costretto” ad approvare l’ennesimo condono (pardon: scudo fiscale) per incentivare il ritorno dei capitali imboscati all’estero. Il provvedimento peraltro deve essere stato scritto proprio bene se il Sole 24 Ore dei giorni scorsi narra di una forte ripresa dell’attività degli “spalloni” proprio per consentire agli evasori di avvalersi della sanatoria.  In secondo luogo, sappiamo che il provvedimento italiano garantisce al massimo gli evasori i quali pagheranno alcuni spiccioli per avere l’impunità e non devono dimostrare né l’origine né i motivi perché a suo tempo hanno investito all’estero i loro capitali.

Ha ragione quindi il Direttore dell’AdE . il governo e l’AdE non perseguono solo i miliardari anzi li aiutano. Ed è forte il sospetto che proprio per le modalità in cui è scritto del provvedimento possano avvalersi i tesorieri delle organizzazioni economiche criminali.  Continua invece l’attività vessatoria nei confronti dei lavoratori dipendenti, autonomi e piccoli imprenditori con gravosi oneri di adempimento su cui si incrementano periodicamente le già feroci sanzioni anche per violazioni solo formali o affatto prodromiche ad attività di evasione.

Come detto, ogni anno in agosto fioriscono le campagne contro l’evasione fiscale. Una volta entrano nel mirino i professori della scuola secondaria che impartiscono lezioni di recupero sotto l’ombrellone. Un’altra coloro che affittano la case di vacanza e così via sempre senza risultati tangibili o non rendicontati. Quest’anno – qualcuno ha detto – il motivo della scintillante campagna di agosto sarebbe quello di spingere i soggetti che hanno imboscato all’estero i loro capitali ad aderire allo scudo fiscale. Nessuno però ha fin qui ricordato che tale meccanismo ha un limite pericoloso  e può rivelarsi controproducente. Nell’autunno- inverno 1982, pendenti i termini per aderire al condono ex legge n. 516/1982, l’Amministrazione finanziaria, su suggerimento del Secit, accelerò l’attività di accertamento allo scopo di indurre  i contribuenti ad aderire al condono. Con la sentenza n. 175 del 27.06.1986 la Corte costituzionale dichiarò illegittimi gli accertamenti notificati in pendenza dei termini di suddetto condono. Forse qualcuno lo dovrebbe ricordare all’intraprendente Direttore dell’AdE.  Forse bisognerebbe finirla  con  la gestione politicizzata dell’attività di accertamento delle imposte che affligge questo disgraziato paese. negli Usa e in Inghilterra solo gli addetti ai lavori sanno chi sono i capi rispettivi  dell’Internal Revenue Service e del Board of Inland Revenue. In quei paesi dove l’accertamento delle imposte è una cosa seria, i capi dell’Agenzia lavorano in silenzio e non rilasciano continuamente  interviste ai giornali.