Non ci sarà ripresa stabile e sostenuta senza consistenti investimenti pubblici e privati. Se, in fatto,il governo blocca gli investimenti pubblici e le banche non erogano credito alle imprese, non si vede da dove possano venire i maggiori  investimenti a sostegno della ripresa: non certo dall’autofinanziamento delle imprese in una fase di forte recessione.

I segnali di ripresa venuti recentemente sono certamente da valutare positivamente  ma non sono sufficienti per avallare la propaganda del governo. Serve ben altro. Servirebbe una politica economica all’altezza del compito  ma, disgraziatamente, non c’è.

Le critiche di  Brunetta  a  Tremonti  e le continue  diatribe tra i due ne sono la riprova. il ministro dell’economia e delle finanze  dice che non si fanno riforme durante le crisi e sposa la linea vecchia e tradizionale dei due tempi. Prima il superamento della congiuntura e poi le riforme. Brunetta attacca il collega dicendo che si può fare molto in termini di riqualificazione della spesa pubblica. Ha ragione. Ma perché non ha cominciato responsabilizzando l’alta dirigenza dello Stato invece di delegittimare tutta la PA con la polemica insulsa e nauseabonda sui fannulloni? Perché invece di riscrivere tutto il testo unico sullo stato giuridico ed economico dei dipendenti pubblici non si è limitato a cercare di far funzionare la parte che fin qui non ha mai funzionato: quella sulla valutazione proprio dei dirigenti?

Perché il ministro Brunetta non si è opposto all’abrogazione del’ICI prima casa per tutti anche per  quelli che meno ne avevano bisogno? Non si vince la sfida della globalizzazione proteggendo in tutti i modi  la rendita immobiliare.

E visto che i fannulloni vivrebbero di rendita parassitaria perché non chiede ai dirigenti di eliminare quelle posizioni  inutili ma protette che si annidano dentro la pubblica amministrazione?

Durante la prima Repubblica si sosteneva che la mancanza di una politica economica seria e congrua dipendeva dalla instabilità dei governi che duravano in media un anno o meno. Con la seconda Repubblica, almeno il Centro-destra ha avuto per due volte governi stabili e ad ampia maggioranza ma di politica economica seria non ne abbiamo vista.  Anzi per due volte il governo di Centro-destra ha sperperato i risultati che (nel 1997 e nel 2007) Prodi aveva conseguito in termini di risanamento dei conti pubblici.

L’anno scorso il ministro Tremonti disse che aveva messo in sicurezza i conti per il triennio e che aveva eliminato una volta per tutte l’assalto alla diligenza in sede di legge finanziaria. Stiamo tutti constatando che non è così. I colleghi ministri gli hanno chiesto maggiori fondi  per circa  25 miliardi. Alla fine ha dovuto cedere o “concedere” otto  miliardi aggiuntivi. Non ha detto da dove vengono le coperture. Ma le coperture, come sappiamo, possono essere meramente contabili